ADHD negli adulti

L’ADHD (acronimo per l’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività è un disturbo caratterizzato da una ridotta attenzione/concentrazione e da impulsività e iperattività. 

E’ un disturbo del neurosviluppo. Insorge nell’infanzia anche se a volte è diagnosticato solo in età adulta. Ha una componente biologica che comporta delle conseguenze sui comportamenti della persona.

Sarebbe preferibile parlare di neurodivergenza per evitare una stigmatizzazione. Per neurodivergenza si intende un modo diverso, particolare, peculiare del cervello di funzionare rispetto alla maggioranza delle persone (neurotipici) dove per diversità non si intende che si è più o meno degli altri.

Da un punto di vista biologico è stato riscontrato:

  • Una alterazione della dopamina. La dopamina è un neuro trasmettitore e quando viene rilasciato nel nostro cervello ci aiuta a concentrarci, ad essere calmi, a motivarci e a sostenere le capacità cognitive che ci permettono di pianificare, ordinare,  organizzare, controllare e regolare il nostro comportamento finalizzato ad un obiettivo (funzioni esecutive). Nella persona con ADHD non viene rilasciata la quantità giusta di dopamina nel momento in cui è necessario.
  • Un tempo differente di sviluppo della corteccia cerebrale, particolarmente in aree come la corteccia prefrontale, parietale e temporale. Queste aree raggiungono una prima maturazione (spessore corticale) in media 2-3 anni più tardi rispetto a quanto avviene in soggetti con un neurosviluppo definito “tipico” (normale). Questa caratteristica si traduce in una difficoltà a controllare gli impulsi e in una disregolazione emotiva.

 

L’adulto con ADHD, in maniera inconsapevole, fin da bambino compensa i deficit neurobiologici causati dal basso livello di dopamina con comportamenti che aumentano la noradrenalina, un neuro trasmettitore che andrà a sostituire la dopamina, di cui è carente.

La persona con ADHD ha difficoltà ad automotivarsi. La motivazione è la capacità di ricreare internamente un’emozione positiva che verrà provata, non nell’immediato, ma in un tempo più distante, al raggiungimento di un obiettivo.

La difficoltà a motivarsi e la disorganizzazione (caratteristiche tipiche dell’ADHD per bassa dopamina) portano all’evitamento degli impegni (studio, faccende domestiche, sport ecc). La procrastinazione crea un piacere immediato (sistema del reward) dato dall’aumento della dopamina. Questo piacere dura poco del tempo però e  generalmente ha conseguenze negative.

Per compensare l’idea negativa di sé per non aver assolto i propri impegni e per tollerare il giudizio e le critiche delle persone vicine per aver procrastinato, si può innescare un comportamento di dipendenza. La compulsività (shopping, cibo, sesso, pornografia, alcol, social, sostanze) serve ad attenuare il pensiero autocritico di non essere stato in grado di svolgere attività che normalmente le persone attuano (procrastinazione degli impegni, essere in ritardo, dimenticanze ecc) .

Se la persona con ADHD riuscisse invece ad automotivarsi, ricordando e ricreando dentro di sé l’emozione positiva che vivrebbe dopo aver portato a termine i suoi impegni, grazie ad una buona organizzazione, sentirebbe quella soddisfazione, contentezza e felicità data dall’aver raggiunto gli obiettivi prefissati.

La persona scambia il piacere con la felicità/contentezza/soddisfazione. Questo è ciò che la persona con ADHD dovrà imparare. Sostituire la gratificazione  immediata che rilascia il piacere di procrastinare un impegno, che dura poco nel tempo, con una gratificazione ottenuta più in là nel tempo, molto più duratura, che dà una sensazione di felicità e contentezza perché si è riusciti a raggiugnere, gli obiettivi prefissati nello studio, una autorealizzazione nel lavoro, una relazione affettiva stabile, una gestione corretta del denaro ecc.

Lo stress, la rabbia, la caffeina, la nicotina, l’ipoglicemia, alcune sostanze come la cocaina, sport estremi, il fare le cose all’ultimo minuto, l’urgenza, le attività che hanno caratteristiche di novità e che danno gratificazione, comportano una “scarica di dopamina e noradrenalina/adrenalina” che agisce come stimolante. Per questo motivo sono tutti comportamenti molto ricercati dalla persona con ADHD. Se da una parte permettono di compensare la mancanza di dopamina e sentirsi più attivi, motivati e concentrati, dall’altra però sono comportamenti che hanno delle conseguenze disfunzionali.

Un comportamento che va a compensare in maniera positiva i deficit neurobiologici è una equilibrata attività fisica perché aumenta non solo la noradrenalina ma anche la dopamina e la serotonina, migliorando il funzionamento cognitivo e comportamentale.

Negli adulti, i sintomi di disattenzione, impulsività e disattenzione si modificano rispetto al bambino.

 

DISATTENZIONE

La disattenzione ha come conseguenza la disorganizzazione che si traduce in una difficoltà ad organizzare le attività della vita quotidiana, per una errata valutazione o assenza di percezione dello scorrere del tempo. C’è una sopravvalutazione del tempo a disposizione e una sottovalutazione del tempo necessario per svolgere un compito. 

La disattenzione può manifestarsi con un hyperfocus quando la persona è immersa in una attività / pensiero distaccandosi da tutto ciò che accade attorno o su una concentrazione su più aspetti o stimoli contemporaneamente, allo stesso tempo. Non sanno dare priorità agli stimoli o prendere decisioni su quale stimolo o d’impegno è più importante.

Sono sempre in ritardo. Hanno difficoltà a programmare i tempi necessari per compiere una azione. Sono spesso di corsa per recuperare il tempo perduto. Ad esempio, impiegano un tempo troppo lungo per fare la doccia, senza rendersi conto del tempo che passa e non hanno tempo per fare colazione. Molte volte eccedono nella condizione opposta come situazione di iper compenso. Per funzionare sono costretti a mantenere un ordine ossessivo, eccessivo, al quale non possono mai rinunciare. Pensano che tutto ciò che rimane fuori dal campo dell’attenzione e dalla continuità della percezione del reale sia perduto.

Smemoratezza. Spesso dimenticano appuntamenti impegni, scadenze. Fissano appuntamenti di cui non si ricordano oppure ne sovrappongono più di uno nello stesso orario. Fanno delle liste di cose da fare ma non le guardano. Sono sbadati. Non si ricordano che devono fare una cosa oppure arrivano in un luogo e non si ricordano perché ci sono andati. Hanno difficoltà a stabilire la priorità nelle attività da svolgere. 

Sono sempre annoiati. La noia è una compagna molto frequente. E’ poco sopportabile e si calma passando da una attività all’altra.

Perdono oggetti o li ripongono in posti sbagliati.

Procrastinazione. Gli impegni vengono rinviati fino a che la scadenza non è vicina. Riescono ad attivarsi solo in presenza di stimoli molto intensi, quando sono sotto pressione (stress). Hanno bisogno che l’ansia salga ad un livello intenso, ad esempio, solo vicino ad una scadenza, per sbloccarsi ma poi questo significa che devono fare tutto all’ultimo momento. A volte ci riescono con una grande fatica altre volte no. 

Difficoltà di concentrazione. Non riescono a mantenere la concentrazione a lungo, in maniera costante, si distraggono facilmente soprattutto se i compiti sono noiosi e ripetitivi. Passano da una attività all’altra, accumulando una serie di attività incompiute sia nella vita sentimentale che lavorativa. All’opposto possono immergersi nello svolgimento di un compito tanto da essere totalmente disattenti a quello che succede attorno a loro.

L’attività mentale è caotica e incessante. La mente vaga (mind wandering) o sono talmente assorbiti nel proprio mondo interiore come se stessero sognando ad occhi aperti, tanto da perdere il contatto con la realtà ( daydreaming inattentivo).

Momenti di down o di inerzia. Bruciano tante energie in quello che fanno che passano dei momenti di down, dove ricaricano le “batterie”. Faticano ad attivarsi. Si attivano solo se si sentono gratificati, ricompensati e motivati. Se non ci sono queste sensazioni non si riescono ad attivare. Questa caratteristica può esporli all’uso e alla dipendenza da sostanze con funzione autoterapeutica per sentirsi attivi. Hanno difficoltà a completare attività già iniziate soprattutto dopo che è finito l’effetto novità.

Molto frequente è l’uso di sostanze e in particolare la dipendenza dai cannabinoidi utilizzati a scopo auto terapeutico, sia calmante rispetto ai sintomi ansiosi per ridurre la tensione e per favorire l’addormentamento sia con effetto stimolante, soprattutto cannabis con alto THC, che va a compensare l’inattiva per la mancanza  organica della dopamina. A lungo termine, l’uso dei cannabinoidi è dannoso per le funzioni cognitive e attentive che nell’adulto ADHD sono già labili.

Hanno difficoltà ad uscire fuori dalle situazioni nel momento in cui si sono attivate, tanto da non accorgersi a volte, dei bisogni corporei, come la stanchezza e la fame e dimenticarsi di mangiare o di riposarsi.

Il senso di incapacità, il sentirsi esposti al giudizio degli altri, può farli oscillare da una condizione di demoralizzazione ad una di irrequetezza. Potranno tendere all’isolamento, avere frequenti dubbi esistenziali e inquietudini.

IMPULSIVITA’

Così come l’attenzione può saltare da uno stimolo all’altro senza soffermarsi su ognuno di essi, anche la capacità di entrare in contatto e fermarsi sugli stati emotivi interni può essere carente. Nel momento in cui si vive una emozione, non si riesce a dargli un nome o a capire perché la si sta provando, cosa è successo e verso quale persona è diretta.  Le emozioni sia positive che negative, vengono quindi agite nei comportamenti. L’emozione si traduce in un comportamento anziché in una verbalizzazione o in una richiesta di aiuto.

Tipica è l’instabilità umorale o disregolazione emotiva. E’ molto frequente una irritabilità cronica fin dall’infanzia che permane in età adulta. L’umore cambia nel giro di poco tempo, rendendo molto difficili e conflittuali le relazioni in ambito affettivo e lavorativo. La tolleranza alle frustrazioni è bassa.

Il bisogno di una gratificazione immediata guida la scelte delle attività da compiere, che possono non corrispondere con quelle più adatte o appropriate.

L’impulsività si manifesta con la difficoltà a riflettere prima di agire che porta a svolgere i compiti in modo rapido e approssimativo, ad occuparsi di altro tralasciando quello che si stava facendo. Sono alla ricerca di stimoli e sensazioni forti per sentirsi attivi e contrastare il senso di inattività dato dallo scarso livello di dopamina. Sono inclini alle sfide e alle condotte pericolose.

Sono impazienti nel traffico, nell’aspettare in fila, nelle relazioni sentimentali o di lavoro.

Hanno difficoltà a gestire l’attesa in vista di un beneficio futuro, preferendo attività che danno ricompense immediate (per il rilascio di noradrenalina) sia perché non percepiscono il trascorrere del tempo, sia perché non sanno inibire l’inizio di risposte o per la presenza di pensieri interferenti.

L’impulsività e l’incoerenza può riguardare le decisioni nella gestione dei soldi, nell’iniziare dei progetti, nei viaggi, se licenziarsi dal lavoro, se mantenere il matrimonio. Possono avere problemi finanziari o di gioco d’azzardo.

 

IPERATTIVITA’

Gli adulti appaiono meno iperattivi rispetto ai bambini da un punto di vista fisico ma più da un punto di vista di pensiero. Il pensiero può diventare una attività interna incessante, una frenesia interiore.

L’iperattività prende la forma di irrequietezza, scarsa capacità di attendere, tendenza a giocherellare con le mani e con le dita, a muovere le gambe sul posto.

Possono parlare eccessivamente, non dare spazio alla conversazione agli interlocutori, intromettersi mentre le persone sono impegnate in altre attività, rispondere alle persone prima che loro finiscano ciò che stanno dicendo. Può venire meno la reciprocità nella relazione e per questo possono essere giudicati come poco empatici.

I problemi alla guida non sono molto gravi ma frequenti come tamponamenti, prendere multe per eccesso di velocità. 

Sono incapaci a rilassarsi nel tempo libero, di finire un libro o guardare un film dall’inizio alla fine. 

I disturbi del sonno sono dovuti all’attività mentale incessante. Sono molto frequenti perché i sistemi cerebrali coinvolti nella regolazione del ritmo sonno/veglia sono strettamente legati a quelli che regolano l’attenzione. Spesso gli adulti con ADHD non riescono a dormire perché hanno un continuo flusso di idee. Se riescono ad utilizzare un’agenda per annotare le cose senza lasciarsele sfuggire, “svuotano” la memoria di lavoro e riusciranno ad addormentarsi.

In particolar modo tendono sistematicamente a spostare in avanti l’orario di addormentamento fino anche ad arrivare all’inversione del ritmo sonno veglia.

Questo succede sia perché c’è una particolare tipo di genetica che predispone allo spostamento in avanti dell’orario di addormentamento (il picco di melatonina arriva più tardi)  ma anche perché nella notte tendono ad avere una energia più alta. Nelle ore notturne ci sono meno stimoli disturbanti e possono gestire il tempo come vogliono. Sentono che il tempo comincia a scorrere in maniera più regolare e stabile. Questo incentiva il loro permanere svegli di notte e il dormire di giorno.

Ipersensibilità agli stimoli sensoriali. Possono non gradire di essere toccati, baciati, possono provare fastidio per alcuni tessuti, etichette dei vestiti, cuciture. Possono rifiutare alcuni tipi di cibo che risultano ad es. ruvidi sulla lingua, possono essere ipersensibili ai suoni, alla confusione, a rumori particolari o ad odori particolari.

RISORSE DELLA PERSONA CON ADHD

Accanto alle disfunzionalita’ ci sono dei punti di forza dell’ adulto con ADHD che possono rivelarsi utili. Questi sono:

L’iperfocalizzazione, la capacità di concentrarsi immergendosi totalmente può essere funzionale quando si vuole lavorare intensamente. L’iperfocus può permettere di raggiungere prestazioni elevate per una dettagliata conoscenza nelle aree di interesse.

Il pensiero arborescente , la capacità di fare rapide connessioni permette di avere un pensiero alternativo, non convenzionale e utile per svolgere compiti creativi o nei quali è richiesta fantasia e immaginazione. Il pensiero creativo fuori dagli schemi aiuta a trovare soluzioni alternative e originali a problemi complessi.

La curiosità e l’esplorazione verso  nuovi stimoli  possono essere utili ad adattarsi a diversi contesti o attività.

L’iperattività se ben convogliata può permettere di raggiungere prestazioni sportive di alto livello.

L‘ipersensibilità agli stimoli sensoriali può portare la persona ad interessarsi e a trasformarla anche in una professione a ciò che riguarda i suoni, le immagini, gli odori.

 

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Dottoressa Simona Di Giovanni

Dottoressa Simona Di Giovanni

Psicoterapeuta

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IMPATTO DEI SINTOMI ADHD NELL’ADULTO E NELLE RELAZIONI INTERPERSONALI

Con la crescita i sintomi ADHD del bambino possono diminuire (1 su 5 rimane sintomatico) mentre 5 bambini su 10 manterranno alcuni aspetti di disfunzionamento pur non soddisfacendo più i criteri diagnostici.

Il passaggio dalla scuola superiore al mondo universitario o lavorativo è un periodo molto critico, perché viene a mancare una struttura organizzativa che la scuola superiore garantisce. 

Crescendo,  i sintomi ADHD diventano più evidenti perché le richieste di autonomia, di organizzazione, di indipendenza, di gestione sono inevitabili, come ad esempio, all’ingresso nel mondo universitario o lavorativo. Gli studenti con ADHD tendono a procrastinare gli esami universitari, non riescono a seguire le lezioni o a rimanere a lungo concentrati in uno studio, che non abbia caratteristiche di novità o di gratificazione.

Avere un funzionamento ADHD espone al rischio di fallimenti relazionali (maggiore frequenza di divorzi), difficoltà scolastiche (maggiore abbandono degli studi) e lavorative (maggiore frequenza di disoccupazione lavorativa) che possono portare a manifestare altri disturbi. 

Il 70% dei soggetti con ADHD ha almeno un altro disturbo psicopatologico associato (comorbilità). La disregolazione emotiva, essendo un elemento centrale nell’ADHD, alimenta altri disturbi come quelli dell’umore, dell’ansia, l’abuso di sostanze, il disturbo bipolare, depressione, problemi della condotta. Spesso questi disturbi mascherano l’ADHD e ne impediscono la corretta diagnosi.  

All’ADHD possono sovrapporsi altri disturbi del neurosviluppo come i disturbi dell’apprendimento, la disprassia, la presenza di tic e lo spettro autistico per l’interessamento di medesimi circuiti cerebrali. Aspetti di somiglianza con l’autismo possono essere nella intolleranza ai forti rumori, nella tendenza al movimento, nelle paranoie (tendenza a vedere sempre la rabbia e l’esclusione negli altri), nelle scarse capacità sociali ed empatiche.

Spesso sono additati come persone che si impegnano poco, svogliate e pigre. Possono avere un basso livello di autostima e sentirsi demoralizzati. 

L’ADHD non influisce sul quoziente intellettivo della persona ma può rendere più complesso esprimere le potenzialità cognitive in modo efficace. La difficoltà a mantenere la concentrazione a lungo, la facile distrazione verso compiti noiosi e ripetitivi porta ad avere un rendimento scolastico inferiore rispetto alle reali capacità della persona.

Le relazioni affettive possono essere difficili. L’irritabilità, i ritardi, le dimenticanze, la disorganizzazione, gli impegni compressi fanno sentire l’altra persona non importante e rendono la gestione della vita quotidiana insieme faticosa. Può esserci timore nell’iniziare una relazione sentimentale.

Le relazioni possono incominciare e finire impulsivamente. La frequente sensazione di noia può portare a pensare che il partner non sia la persona giusta e sentirsi più attratti verso relazioni dove la caratteristica di novità è maggiore.

L’attività sessuale può risentire dell’attrazione verso ciò che ha caratteristiche di gratificazione e di novità. I pensieri ricorrenti possono impedire il raggiungimento di una condizione di rilassatezza e quindi portare ad un evitamento della sessualità. Viceversa, una attività sessuale intensa può garantire quella “scarica adrenalinica” che va a compensare il deficit neurobiologico alla base dell’ADHD.

Si possono stancare facilmente delle relazioni amicali, andare incontro a conflitti per il continuo parlare, per la mancanza di empatia, il dimenticare di telefonare, il ricordare i compleanni ecc. 

Educare l’altra persona sull’ADHD e i suoi sintomi è importante per aumentare la sua comprensione e tolleranza nei confronti dell’adulto con ADHD

Il ricorrente senso di insoddisfazione può portare a cambiare spesso contesto lavorativo. Le difficoltà di concentrazione e di organizzazione li espongono a ricevere rimproveri per il mancato rispetto delle scadenze, per i ritardi al lavoro, per lo scarsa capacità di adattarsi alle dinamiche del gruppo dei colleghi.

DIAGNOSI DELL’ADHD

L’ADHD essendo un disturbo del neurosviluppo insorge in età pediatrica, non in età adulta. 

Non esiste una ADHD ad insorgenza tardiva. Spesso quello che accade è che i sintomi ADHD non sono stati riconosciuti come tali durante l’infanzia. Si pensa che il bambino sia “solo agitato”.

L’ADHD nell’adulto ha una prevalenza attorno al 3% nella popolazione generale, seppure con diverse manifestazioni cliniche e intensità. 

Un adulto rispetto alla diagnosi può:

  • Esserne già a conoscenza perché è stata fatta in età pediatrica. Il 30-60% dei bambini con ADHD continuano a mostrare sintomi significativi anche da adulti.
  • Scoprirla tardivamente perché non riconosciuta durante l’infanzia in quanto i sintomi erano blandi, per alte risorse intellettive, per la presenza di persone che hanno aiutato il bambino ad organizzarsi nello studio, per un ambiente familiare capace di regolare le emozioni.
  • Essere stato erroneamente diagnosticato perché i sintomi ADHD sono stati mascherati dalla presenza di altri disturbi. Può capitare che i sintomi ADHD vengano scambiati per un disturbo di personalità. Le errate diagnosi sono abbastanza frequenti. A causa della disregolazione emotiva spesso questi adulti vengono erroneamente diagnosticati come persone con disturbo di personalità  borderline.

La diagnosi va fatta clinicamente. I test utilizzati per fare una diagnosi di ADHD nella persona adulta sono: la scala di autovalutazione ASRS V1.1 per un primo orientamento sulla presenza dei sintomi ADHD e il test DIVA 2.0 per la diagnosi vera e propria.

Il test  DIVA – 5  è una intervista diagnostica basata sui criteri del DSM- 5 e verifica la presenza o l’assenza dei 18 criteri sintomatologici dell’ADHD, sia nell’infanzia (dai 5 ai 12 anni) che nell’età adulta. 

Perché un sintomo possa essere considerato “presente”, dovrebbe essere più grave o deve ricorrere più frequentemente rispetto alle persone della stessa età e dello stesso livello intellettivo o deve creare problemi di funzionamento in almeno due situazioni di vita, come lavoro/ istruzione, relazione sentimentale/vita familiare, relazioni sociali, tempo libero/hobbies, autostima/immagine di sé.

Dopo la quantificazione e la raccolta dei vari sintomi/criteri indagati è possibile confermare la presenza o meno del disturbo ADHD. 

E’ importante che l’intervista diagnostica venga fatta anche con l’aiuto di un partner e meglio ancora di un familiare o persona che ha conosciuto l’adulto direttamente nell’infanzia, soprattutto nei casi con minor consapevolezza.

Verranno considerati non solo i sintomi ma anche il compenso non adattativo al sintomo, come ad esempio, l’ordine ossessivo per paura di perdere o dimenticarsi alcuni oggetti, l’essere inflessibili quando bisogna attenersi ai programmi. 

Il test DIVA -5 non indaga eventuali sintomi, sindromi o disturbi psichiatrici presenti in comorbidità che hanno però una incidenza del 70%. Sarà necessario valutare la presenza di questi possibili altri disturbi con un colloquio clinico. 

L’ADHD nell’adulto si può presentare in tre diverse forme cliniche:

Tipo Combinato se comprende tutti e tre i sintomi

Tipo Inattentivo Prevalente 

Tipo Iperattivo-Impulsivo Prevalente

Nell’età adulta ci vogliono 5 sintomi su 9 per fare la diagnosi, nell’infanzia 6 sintomi su 9. 

Negli adulti, l’incidenza è pari tra il genere maschile e femminile. Nelle donne si manifesta maggiormente il sottotipo disattentivo. Può essere sottodiagnosticato nell’infanzia e arrivare alla diagnosi in età adulta per le difficoltà che si riscontrano nel funzionamento quotidiano. 

L’ereditarietà dell’ADHD è del 70%. Si eredità una vulnerabilità, dopo di che la  sovrapposizione tra alcuni fattori ambientali e familiari nei primissimi periodi di vita possono incidere su questa per dare il fenotipo.

TERAPIE DELL’ADHD

Una volta evidenziati i sintomi ADHD attentivi, iperattivi e impulsivi, le strategie utilizzate dall’adulto per far fronte ad essi, la presenza o meno di disturbi psichici o somatici che si possono sovrapporre e la valutazione delle conseguenze sulla vita relazionale, scolastica e lavorativa sarà possibile impostare il trattamento. Il trattamento deve essere multimodale. In base all’entità dei sintomi può prevedere un approccio psicoeducativo, psicoterapeutico e farmacologico. 

Quando si è in presenza di un disturbo psichico importante associato (depressione, dipendenza sostanze, disturbo della condotta ecc) la priorità del tipo di intervento dipenderà dalla gravità del disturbo.

L’intervento psicoeducativo ha come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza dei sintomi dell’ADHD e l’uso di strategie volte a migliorare; – la gestione del tempo (l’essere spesso in ritardo e il procrastinare), – la memoria per oggetti e scadenze (dimenticarsi appuntamenti, bollette da pagare, cose da prendere prima di uscire),- la gestione degli spazi (difficoltà nell’ordine in casa e negli spazi lavorativi), – la gestione delle energie (arrivare esauriti a fine giornata e non riuscire più a fare nulla). Inoltre viene affrontato il bisogno di gratificazione immediato,  costruita una routine del sonno e una regolazione del l’alimentazione. Spesso ci si alimenta in maniera distratta e impulsiva, come mezzo per ricevere una ricompensa rapida. 

Uno stile alimentare caratterizzato da un alto consumo di zuccheri semplici e farine raffinate con le conseguenti oscillazioni di glucosio nel sangue è anch’esso causa di ansia, irascibilità, idee paranoiche e impulsività. Una alimentazione il più possibile priva di zuccheri semplici e farine raffinate si è visto avere un effetto positivo sulla regolazione delle emozioni oltre che sulla nebbia cognitiva, mancanza di focus e motivazione.   

L’intervento psicoterapeutico ha come obiettivo oltre alla consapevolezza del proprio funzionamento anche quello di comprendere quali aspetti attengono al sé e quali invece al disturbo. Per molte persone la diagnosi aiuta a dare una spiegazione e un significato al proprio funzionamento che fino ad allora è stato caratterizzato da fallimenti, feedback negativi, riconducendolo ai sintomi ADHD. L’ADHD non deve diventare un alibi ma è anche importante liberarsi dai sensi di colpa e dal senso di inadeguatezza che generalmente caratterizza la vita di queste persone. 

E’ fondamentale comprendere quanto la fatica di attivarsi che sente la persona, a causa del basso livello di dopamina, venga superato attraverso tutti quei comportamenti che comportano scariche di noradrenalina che hanno caratteristiche di novità, di gratificazione, di stress, stimolanti che però poi possono diventare fonte di grande disfunzionalità. 

La psicoterapia deve aiutare l’adulto a trovare nuovi e sani processi di gratificazione che andranno a sostituire quelli disfunzionali.

La paura del fallimento è molto frequente e conseguente alle difficoltà riscontrate a causa della disorganizzazione, della disattenzione, dell’impulsività e della procrastinazione. Affrontare in psicoterapia questa paura permetterà di migliorare la propria performance, di ridurre l’ansia, aumentare la gratificazione e di conseguenza l’autostima. 

Altri obiettivi che si possono raggiungere con la psicoterapia sono: il miglioramento della comunicazione (imparare a comunicare i propri bisogni per essere più chiari con le persone con cui si interagisce) la gestione delle emozioni (in primis, imparare a calmare la rabbia, anche con tecniche di rilassamento), la consapevolezza e il superamento delle idee negative di sé come conseguenza di tutte le volte che non si è riusciti a fare le cose che ci si propone di fare. 

Quando i sintomi sono di entità moderata o grave è indicato il trattamento farmacologico da parte dello psichiatra. I bambini rispondono meglio al trattamento farmacologico. Negli adulti meno perchè c’è stato già un processo di maturazione cerebrale e per la presenza di disturbi di comorbilità.

I farmaci – metilfenidato e atomoxetina incrementano la trasmissione della dopamina e noradrenalina facilitando il riequilibrio dei due neurotrasmettitori che sono alla base dei sintomi dell’ADHD. Questi due farmaci vengono prescritti solo con piano terapeutico. Sul sito dell’Associazione italiana famiglie ADHD è possibile trovare i centri specializzati.  

Il metilfenidato è un farmaco stimolante del SNC la cui azione consiste nell’inibizione del reuptake della dopamina, aumentandone di fatto la concentrazione. Esiste nella formulazione a rilascio immediato (Ritalin) e prolungato (Medikinet e Equasym) per una maggiore stabilizzazione della dopamina. Il metilfenidato porta in breve tempo ad un miglioramento delle capacità attentive e delle funzioni esecutive (deputate all’attivazione, pianificazione, organizzazione, controllo e inibizione del comportamento per raggiungere i propri obiettivi). Solo recentemente, il metilfenidato è stato  approvato come farmaco rimborsabile dal SSN anche per adulti con ADHD diagnosticati dopo i 18 anni. Effetti collaterali: nausea, mal di testa, insonnia, riduzione appetito, ansia effetti cardiovascolari. Generalmente gli effetti sono iniziali e transitori. 

L’atomoxetina (Strattera) aumenta l’attività noradrenergica bloccando in maniera selettiva il reuptake della noradrenalina e successivamente della dopamina. Incrementa l’attenzione e aiuta a controllare gli impulsi. E’ un farmaco non stimolante. E’ approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco per il trattamento in età adulta. Effetti collaterali:nausea, mal di testa, insonnia, riduzione appetito, ansia effetti cardiovascolari, problematiche sessualiseccehzza delle fauci, costipazione, ritenzione urinaria. Generalmente gli effetti sono iniziali e transitori. 

Questi farmaci possono prevenire l’utilizzo che l’adulto con ADHD fa di sostanze stupefacenti come automedicazione. Non inducono dipendenza.

Anche le anfetamine (stimolanti, non solo inibiscono la ricaptazione della dopamina e noradrenalina ma ne stimolano la produzione diretta, non sono prescrivibili in Italia) e il buproprione (Wellbutrin, inibisce il reuptake di dopamina e noradrenalina ma è non approvato per il trattamento ADHD, basta una prescrizione normale ) hanno una buona efficacia nel trattamento dei sintomi ADHD.

Le prescrizioni di questi farmaci vengono fatte a breve termine, per non più di 30 giorni alla volta, per evitare un abuso o spaccio. Persone senza ADHD potrebbero utilizzarle per migliorare la concentrazione nelle prestazioni di lavoro o studio.  

Almeno la metà dei pazienti psichiatrici che hanno problemi con la legge hanno una ADHD non riconosciuta. I trattamenti farmacologici per l’ADHD influiscono positivamente sulle recidive di reato.

Un adulto con sintomi ADHD e con un disturbo di personalità che viene trattato con terapia farmacologica per l’ADHD ottiene una stabilità emotiva e cognitiva maggiore che lo aiuta a svolgere anche un lavoro psicoterapeutico più proficuo.

L’ADHD è un disturbo molto sottostimato perché poco conosciuto. Una maggiore conoscenza può aiutare a dare il giusto significato ai comportamenti di disattenzione, impulsività e iperattività e a poter ricercare un corretto e specifico trattamento. 

Si stima che il 40/45% della popolazione carceraria ha un disturbo ADHD non trattato. Questo significa che un trattamento farmacologico precoce potrebbe evitare che la disregolazione emotiva tipica dell’ADHD si strutturi in un disturbo antisociale di personalità e abuso di sostanze. 

BIBLIOGRAFIA E RISORSE ONLINE

ADHD negli adulti Erickson 2023

A. Jeavons, T. Bishop, B. French, S. Bastable Manuale pratico per il trattamento dell’ADHD dell’adulto Apertamenteweb 2023 

Pietro De Rossi: ADHD in età adulta: aspetti clinici utili ai trattamenti non farmacologici (video you tube)

Pietro De Rossi ADHD nell’adolescente e nel giovane adulto (video you tube) 

Pietro De Rossi Sviluppo delle strutture e delle funzioni cerebrali nell’ADHD (video you tube)

Blog personale di una ragazza diagnosticata ADHD a 29 anni: risorse e app utili https://www.theminiadhdcoach.com/adhd-blog

Canale youtube informativo molto completo https://www.youtube.com/@HowtoADHD

Leonardo Zeccante ADHD nell’età evolutiva

Marco Catani L’ADHD nell’adulto : guide generali per la diagnosi e terapia (video you tube) 

AIFA Associazione Italiana Famiglie ADH

Risorsa scientifica online con free downloads

https://www.additudemag.com/category/manage-adhd-life/

Blog personale in formato fumetto http://adhd-alien.com/

Sito di suoni modificabili molto ricco, con timer programmabile https://mynoise.net/

Free dowload di planner utili https://thecenteredlife.co/links?fbclid=PAAaaNRvv3TK9WHtLpM3jG8uK

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Lista App utili nell’organizzazione della quotidianità https://www.healthline.com/health/adhd/top-iphone-android-apps

CONSIGLI PRATICI PER GESTIRE I SINTOMI DELL’ADHD

La consapevolezza dei sintomi ADHD (distrazione, difficoltà a memorizzare, problemi di organizzazione e gestione del tempo) aiuta ad attivare condotte compensatorie e strategie per fronteggiarli. E’ importante ricordarsi che questi problemi sono causati dai sintomi dell’ADHD e non da difetti caratteriali. La persona con ADHD ha bisogno di maneggiare cose fisiche, come se si dicesse “se non vedo il tempo, questo non esiste”.

Riguardo la gestione degli impegni

Per aiutarsi nell’organizzazione degli impegni di studio e lavoro può essere utile:

  • Non prendere troppi impegni, imparare a dire di no a chi propone attività o limitare la voglia di fare tante cose.
  • Fare un elenco delle  attività da fare
  • Suddividere le attività in piccole fasi
  • Ordinare le attività in base alla loro importanza. E’possibile dare un voto da 0 (minima priorità) a 4 (massima priorità) a ogni attività della giornata o della settimana a seconda di quanto è importante oppure è possibile assegnare un colore, per esempio rosso, per quelle urgenti. Dopo questa assegnazione è possibile rimettere in ordine le cose da fare 
  • Calcolare il tempo che ci vuole per completare ciascuna attività 
  • Scrivere il programma delle attività in agenda in base alla priorità e al tempo necessario per lo svolgimento. Quando non si riesce a portare a termine l’attività, assicurarsi di aggiungere l’attività alla lista successiva

 

Riguardo la distrazione 

Per superare la distrazione causata dall’udito può essere utile:

  • Ascoltare musica (senza parole) per mascherare altri rumore
  • Ascoltare rumore bianco
  • Chiedere agli altri di essere più silenziosi
  • Usare tappi per le orecchie
  • Mettere il cellulare in modalità silenziosa
  • Trovare un posto più silenzioso

Per superare la distrazione causata dalla vista può essere utile:

  • Mettere bacheche e quadri lontani da dove si lavora
  • Rivolgere la scrivania non verso la finestra ma verso il muro o all’interno della stanza
  • Rendere quello che si fa più interessante da un punto di vista visivo, usando post-it o evidenziatori
  • Scrivere foglietti di incoraggiamento e posizionarli in posti visibili “concentrati, smetti di sognare ad occhi aperti” 

Per superare la distrazione causata dai pensieri può essere utile:

  • Rendersi conto che non si è concentrati e non andare avanti finché non si è concentrati di nuovo sull’attività che si sta svolgendo
  • Portare a termine l’attività senza iniziare nient’altro finché non è finita. Fermarsi e apprezzare il senso di realizzazione che si prova quando si porta a termine qualcosa
  • Tenere a portata di mano un foglietto di carta per annotare tutti i pensieri che distraggono e che non si vogliono scordare
  • Cercare di ignorare le distrazioni e darsi un piccolo premio ogni volta che ci  si riesce 
  • Premiarsi ogni volta che si riesce a portare a termine l’intera attività o singole parti.  
  • Concentrarsi per un periodo limitato. Fermarsi dopo 15 o 25 minuti e fare qualcosa di diverso. E’ importante fare pause a intervalli regolari ma disciplinate (bere qualcosa e poi  rimettersi subito a lavorare)

 

Riguardo la memoria

La memorizzare delle informazioni è maggiore se si è concentrati e se  si organizzano con criterio le informazioni.

Per ricordare gli impegni può essere utile:

  • Utilizzare un’agenda cartacea, sul computer o sul cellulare. Ricordare di segnalare appuntamenti e impegni e di controllarla regolarmente più volte al giorno. Impostare il cellulare per mandare promemoria. Utilizzare app per calcolare il tempo necessario per raggiungere l’indirizzo inserito. Fare una foto di ciò che si vuole ricordare e usarla come screensaver. 
  • Tenere un blocchetto o una lista sul cellulare su cui annotare le cose da fare. Non più di una lista, altrimenti c’è il rischio di non vederle.
  • Fare una registrazione vocale delle idee o cose da ricordare
  • Ripetere le informazioni ad alta voce o a mente
  • Trasformare le parole o i messaggi in immagini, in modo da aggiungere la memoria visiva a quella verbale
  • Creare associazioni tra le nuove informazioni e i ricordi esistenti o raggruppare le informazioni per aree di significato (stesso colore, stessa funzione) o creare una storia visiva

 

Riguardo la percezione del tempo 

E’ facile non rendersi conto del tempo che passa.

Per scandire il tempo può essere utile:

  • Suddividere gli impegni in piccoli passi
  • Impostare allarmi sonori per ogni attività da compiere, ad esempio,  la mattina fare colazione, andare in bagno, vestirsi, uscire di casa ecc.
  • Impostare una playlist di canzoni preferite, sapendo che ad ogni canzone corrisponde una attività da svolgere

  

Riguardo l’organizzazione della casa

Seguire una routine, essere ordinati ed evitare il disordine aiuta a non perdere le cose. L’obiettivo è di semplificare le attività da svolgere.

Può essere utile:

  • Stabilire posti specifici dove tenere insieme e sempre le stesse cose (chiavi, cellulare, soldi) vicino alla porta di casa. Creare una immagine mentale della azione. Rimettere sempre le cose nello stesso contenitore una volta rientrati a casa
  • Quando si è fuori casa, controllare spesso che gli oggetti siano al loro posto, soprattutto prima di uscire da qualsiasi luogo. Prima di andare via da un posto domandarsi di frequente se si è preso tutto
  • Ridurre al minimo il numero di oggetti da portare 
  • Stabilire una giornata per mettere a posto la casa, dividendo il lavoro per stanza 
  • Fissare un limite di tempo, mettere la musica e darsi un premio una volta raggiunto l’obiettivo
  • Creare un sistema di archiviazione utilizzando cartelline di diverso colore in base all’urgenza o al tipo di documento. Controllare spesso l’archivio. Organizzare il desktop del computer con cartelle e sottocartelle nominate correttamente per i documenti o email 
  • Liberarsi di oggetti inutili. Per ogni oggetto è possibile impostare un timer di due minuti dopo il quale la persona deve decidere se conservare, donare o buttare l’oggetto preso in considerazione. Una casa disordinata e piena di cose inutili da’ una sensazione di essere sopraffatti.
  • Per ogni oggetto è possibile impostare un timer di due minuti dopo il quale la persona deve decidere se conservare, donare o buttare l’oggetto preso in considerazione
  • Fare una foto prima e dopo aver sistemato una stanza per apprezzare la sensazione piacevole della pulizia e dell’ordine
  • Semplificare l’abbigliamento, scegliendo abiti che si abbinino facilmente tra loro e dividendoli quando vengono messi via per lavare secondo il colore (scuri, chiari, delicati). 
  • Semplificare la scelta del cibo, stabilendo due menù settimanali che si alternano per avere più o meno sempre le stesse due liste  della spesa

 

Riguardo la gestione del denaro

Spesso gli adulti con ADHD fanno acquisti d’impulso, si dimenticano di pagare le bollette e sono meno propensi a risparmiare. 

Può essere utile:

  • Chiedersi se si ha davvero bisogno di un oggetto che si vuole comprare
  • Ricordare di pagare le bollette attraverso avvisi sul cellulare o in agenda
  • Fare un budget delle spese e un elenco “delle entrate e delle uscite”. Entrambi devono essere a portata di mano per poterli consultare facilmente 
  • Usare solo contanti se possibile senza portarsi dietro la carta di credito o il bancomat
  • Non andare a fare shopping se non serve qualcosa

 

Riguardo le idee negative che l’adulto ha su di sé

I sintomi dell’ADHD influenzano la visione che l’adulto ha con sé stesso.

L’obiettivo è potersi dire che è l’attenzione deficitaria che crea problemi non perché non si è capaci, questo senza identificarsi in un ruolo di vittima né sentirsi sempre giustificato. 

Essere consapevoli delle convinzioni negative che si hanno su sé stessi imparate dalle esperienze passate – non sono capace, non valgo, sono in pericolo – è importante perché è possibile cambiare solo ciò di cui si è consapevoli.

Cambiare la percezione di sé stessi non è facile e richiedere molto tempo e impegno.

Può essere utile:

  • Mettere in discussione il pensiero negativo (non sono capace), scriverli e prenderne una distanza vedendo che a volte sono estremi per ridurre il pensiero auto critico
  • Calmare le sensazioni fisiche legate all’ansia, con esercizi di rilassamento respiratorio
  • Dialogare con sé stessi, come se si parlasse ad un amico, per evitare che queste convinzioni negative prendano il sopravvento, creino livelli alti di ansia e facciano evitare l’esperienza che da affrontare 
  • Incoraggiarsi, dirsi che è normale avere l’ansia, accettare possibili errori, essere meno duri e critici con sé stessi
  • Riscrivere in modo più positivo i pensieri che si hanno su di sé

 

Riguardo la relazione con gli altri

Gli altri possono sentirsi ignorati e trascurati perché la persona con ADHD generalmente parla molto, interrompe gli altri, non ascolta, si distrae.

Può essere utile:

    • Concentrarsi sui concetti principali di ciò che sta dicendo l’altro
    • Fare domande su ciò che l’altro sta dicendo
    • Ripetere quello che hanno detto gli altri, prendere appunti o registrare la conversazione
    • Scusarsi per la propria disattenzione
    • Memorizzare in agenda compleanni, impegni condivisi, svolgere attività insieme 
    • Chiedere all’altra persona come si sente, non dare per scontato di sapere come si sente o cosa pensa l’altro 
    • Ripetere per confermare all’altro quello che si pensa di aver capito per essere sicuri di cosa l’altro ha detto e trasmettere l’intenzione di voler ascoltare 
    • Chiarire le proprie intenzioni ad esempio “non lo dico per farti arrabbiare”

 

Riguardo la relazione con il partner 

Tipicamente l’adulto con ADHD pensa che nessuno lo capisca, si sente stressato per la gestione della vita quotidiana, criticato e assillato, sminuito, non accettato, in ansia per paura di sbagliare di nuovo.

Tipicamente il partner che non ha l’ADHD si sente ignorato, non amato, sopraffatto ed esausto per il carico delle responsabilità, arrabbiato e rancoroso. Spesso assume il ruolo di genitore e l’adulto con ADHD si sente  trattato come un bambino. La relazione diventa squilibrata 

Può essere utile:

  • Capire il punto di vista dell’altro 
  • Ristabilire un contatto facendo delle attività insieme
  • Provare empatia l’uno per l’altro
  • Prima di parlare calmarsi e cercare di non mettersi sulla difensiva
  • Condividere con sincerità i propri sentimenti 

Se il partner vede che la persona con ADHD si sta impegnando, dedica tempo alla coppia ed è preoccupato per il partner, le frustrazioni e le incombenze vengono tollerate meglio

 

Riguardo ad essere genitori con ADHD

Spesso il genitore con l’ADHD è il genitore “divertente” per la sua creatività, energia ed entusiasmo nel fare le cose. 

Per affrontare le conseguenze negative dell’ADHD può essere utile oltre a tutto ciò finora scritto sull’organizzazione della casa e le relazioni con il partner:

Mantenere una routine semplice ma costante della giornata 

Ricordarsi gli aspetti positivi dei figli: un elogio vale molto di più di una punizione 

Stabilire aspetti non negoziabili e aspetti rispetto ai quali è possibile raggiungere un accordo. Non tutto può essere importante allo stesso piano.

Aiutare i figli a condividere le loro emozioni 

Concedersi delle pause, delle attività che aiutino a recuperare un benessere psicofisico 

Non farsi carico di troppe cose, imparando a dire di no

Le donne con ADHD possono manifestare più sintomi a causa degli estrogeni perché questi ormoni interagiscono con la dopamina. Alti livelli di estrogeni durante il ciclo mestruale o la gravidanza possono favorire la concentrazione e migliorare gli altri sintomi. Bassi livelli di estrogeni nel periodo precedente il ciclo mestruale o durante la menopausa possono aggravare i sintomi. Di contro, con la maturità e l’esperienza che ne consegue, l’adulta con ADHD impara a gestire meglio i sintomi e migliora globalmente il suo funzionamento. 

 

 

AUSILI INFORMATICI PER ORGANIZZARE LE ATTIVITA’ E CONCENTRARSI

La persona con ADHD è come se si dicesse “se non vedo il tempo, questo non esiste”. Ha quindi bisogno di vedere le cose per sentire che esistano. 

Per questo è importante utilizzare una serie di ausili che permettano di vedere lo scorrere del tempo e di fermare le proprie emozioni e pensieri.

TIMER manipolabili fisici aiutano a ritagliare un tempo “finito” senza che ci sia bisogno di accedere ad un software. Il timer a forma di CUBO è facile da usare. Ogni faccia ha un timing 5 – 15 – 30 – 60 minuti, sono preimpostati e stampati sulla parte superiore. Basta ruotare il tempo desiderato verso l’alto e il timer si attiva immediatamente.  Il display  mostra il tempo di conto alla rovescia. Una volta raggiunto il tempo selezionato, la luce LED lampeggia e un segnale acustico ricorda di terminare l’attività corrente. Per fermare l’allarme, il timer viene ruotato sul lato neutro.

LAVAGNE MAGNETICHE utilizzate come agende e planner permettono di segnare le attività quotidiane e settimanali e di spuntarle ed eliminarle una volta svolte. E’ possibile iniziare con quelle fisiche comode perché sono sempre in vista. Aiutano ad organizzare le proprie priorità, pianificare le attività giornaliere e rispettare i propri impegni. Nella versione digitale utili sono app come OneNote science based ADHD planner , pianificatore specifico per ADHD.

“STIMMING TOYS” da manipolare aiutano ad “agganciare a terra” l’attenzione. L’attenzione ha bisogno di uno “scarico a terra” come gli impianti elettrici di casa. La concentrazione è maggiore se la persona è in movimento. A forma di anelli o penna, è possibile portarli sempre con sé.

MUSICA come timer. App quali mynoise, quantum polarity, meditopia, sono utili per scandire il tempo e per la regolazione emotiva.

JOURNALING cartaceo o digitale.  Permette di avere una maggiore consapevolezza e una memoria storica delle proprie emozioni e pensieri. Funziona anche da auto esame rispetto agli obiettivi che la persona si è prefissata.